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Lieto di aver sempre secondato la pubblicazione degli altri numerosi saggi letterari e libri di narrativa, a cura della Casa Editrice Athena Mediterranea, accompagno anche quest’ultimo lavoro del prof. Almerindo De Lucia, gloria di Terra di Lavoro, la cui oratoria ha, da decenni, conquiso animi e cuori di appassionati di bello stile e di calda parola.

Ho letto il manoscritto Il Canto della Veglia, già dotato della bella introduzione curata dallo storico e poeta Michele Melenzio, e, pur nell’afa dei primi giorni del rovente giugno, ho ammirato estesamente il nobile messaggio rivolto alle nuove generazioni con vera potenza di poetica educazione e di sana istruzione.

L’amico Almerindo De Lucia ha il merito di aver restituito, alla letteratura ed al culto degli studiosi, molti nomi di nostri illustri conterranei, letterati e scrittori, che erano stati lasciati in un ingiusto oblìo; ha sempre amato ritornare alle radici, al culto della memoria sana, serena e rigeneratrice, traducendo in concreto una verità, purtroppo dimenticata dagli uomini oppressi dalla fretta e dall’egoismo. Egli, al di fuori di qualsiasi convenzione, sa restare fedele al suo sentimento interiore e continua a seguire la via indicata dal cuore per recuperare il passato come un rifugio, dinanzi alla violenza dell’attualità, che non favorisce la riflessione, non offre la capacità di valutare e non può stimolare la retta azione.

Da educatore e da storico, io auguro che anche questo lavoro, che ora si appresta a vedere la luce, come preziosa silloge di fede, di storia civile, di letteratura e di poesia, raccolga il vivo e ammirato consenso dei precedenti lavori, coronati anche da premi letterari e dal “Premio della Cultura”.

Mi è gradito ricordare ai lettori questo dotto giudizio del Petrarca nella lettera a Giovanni Anchiseno: “Con un buon libro si verifica un fatto singolarissimo: loro, l’argento, i gioielli, la ricca veste, il palazzo di marmo, il bel podere, i dipinti, il destriero dall’elegante bardatura e altre cose del genere recano con sé un godimento inerte e superficiale: il buon libro, invece, ci dà un diletto che va in profondità, discorre con noi, ci consiglia e si lega a noi con una sorta di familiarità attiva e penetrante, si insinua nel nostro animo e fa penetrare in noi anche i nomi di altri. E così l’uno fa venire il desiderio dell’altro’.

 

Questo appunto capita anche a noi leggendo il ricco libro di

ricordi e di amore per la terra natìa, con l’appassionato monito

di seguire virtù e conoscenza.

Gaetano Capasso

 

 
                         Almerindo De Lucia

                                      Il canto della veglia

                                                                        Casa Editrice Athena Mediterranea

 

 

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