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Caserta

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  Il libro - Sei storie dallo scenario del mondo "globale", ambientate qua e là, nel Casertano, o a Budapest, o a Londra. Protagonista una serie di tipi umani di ogni razza ed età, legati a un "altrove" da cui hanno dovuto emigrare o naufragati nello squallore di una vita senza più speranze o vittime della violenza diffusa. E le storie si intrecciano, i personaggi - come per una capricciosa regia del destino - si sfiorano e si incontrano, così che ne risulta un quadro a tuttotondo, policromo e animato. Dalle collocazioni e dalle date precise agli "aggiornamenti biografici" che chiudono (e insieme dilatano) il libro, tutto induce a pensare che le storie siano vere, che l'autore le abbia raccolte dal vivo, con affetto partecipe, fossero tragiche o malinconiche, grottesche o malavitose, comunque epiche e quotidiane. In questa sua prima opera narrativa, Paolo Mastroianni si dimostra capace di penetrare e raccontare la realtà polimorfa dei nostri tempi, annodandone le fila con saggezza antica, senza mai giudicare.

L'autore - Paolo Mastroianni è nato a Caserta nel 1966. Ingegnere, viaggia spesso per lavoro.

Altrove è il suo primo libro

 
                                                                                 Paolo Mastroianni

                                                                                         Altrove

                                                                                       Effigie, 2006                                                                      

Recensioni

 

Il Mattino 18/02/2007: il caso (di Diego De Silva)

Se la ridefinizione del concetto di romanzo è un effetto naturale dell'evoluzione letteraria degli ultimi anni, il libro d'esordio di Paolo Mastroianni (Altrove, Effigie, pagg. 112, euro 12) s'iscrive a pieno titolo fra quelli che fabbricano unità per frammenti narrativi autonomi. E lo fa con una competenza istintiva sorprendente, in un'opera prima. Sei racconti, aperti da dodici biografie di persone qualsiasi (che richiamano subito i Non illustri di pontiggiana memoria) raccontate nello stesso arco temporale. Vite di donne, uomini e bambini che si svolgono, si sfiorano o muoiono dove le altre cominciano, come in un film di Alejandro Gonzales Inarritu, lasciandosi il posto per ritrovarsi, passarsi accanto o perdersi in un altro momento, un'altra volta, in un altrove che poi è l'universo ferito e reietto che abita le rive delle nostre città, a cui siamo ormai assuefatti come a un dolore sostenibile, che ormai non ci suscita più nulla. Protagonista di queste pagine generose e intense è una società autenticamente multirazziale, che di volta in volta migra da Villa Literno a Budapest, da Maddaloni a Londra; fatta di prostitute albanesi e papponi africani che si danno il cambio della gestione dei corpi, di camorre minori in sottofondo, pronte a ristabilire con la morte la vigenza delle regole, di casalinghe veramente disperate che assistono, rassegnate e malinconiche, alla ripartenza dei giorni uguali all'indomani della scomparsa di un figlio, cambiavalute truffatori, ambulanti polacchi arrivati di notte, in una strada del casertano, proprio nel momento in cui una ragazza ghanese torna a casa esausta di sesso, domandandosi cosa faccia a quell'ora, come sia arrivato e dove sia diretto, «quel pullman poco distante da cui è sceso un uomo bianco di mezza età dall'espressione impaurita». Mastroianni è casertano, ha quarant'anni e fa l'ingegnere. Viaggia molto per lavoro, ed è forse dal senso di provvisorietà che gli accompagna la vita che viene il suo bisogno di raccontare lo sradicamento e l'addiaccio. La sua è una scrittura densa, rispettosamente asciutta, che va alla ricerca dei deboli e li descrive. Che sposa completamente la loro parte, in una causa già persa. Leggere questa straziante, bellissima denuncia per racconti è come scoprirsi testimoni passivi di un delitto che sembra aver perso anche la dignità della cronacca.

 

 

L'Espresso, 10 Agosto 2006: Altrove (di Carla Benedetti)

Africani immigrati a Villa Literno, prostitute ganesi e albanesi, un pullman di ambulanti polacchi appena giunti in Italia e spersi nella notte vicino a Caserta, una casalinga di Caserta, un rumeno che truffa i turisti a Budapest, un impiegato filippino in tournée d'affari in Europa. Un'insolita galleria di personaggi si sussegue con straordinaria vividezza, e senza un solo momento di fiacca, nel libro di esordio di Paolo Mastroianni, 'Altrove '. Si muovono tutti in uno stesso arco di tempo, dal 15 al 29 marzo 1993. Il primo a entrare in scena è un magnaccia tunisino. Lo seguiamo per una giornata, da quando si sveglia in una camerata deserta fino alla notte di lavoro sulla variante presso Villa Literno. Finché all'alba viene ucciso da un altro tunisino per ordine del racket. A quel punto il racconto segue l'assassino. Poi è la volta di una delle prostitute. Ogni figura tiene il proscenio narrativo per un po', con il suo bagaglio di sogni, ricordi, speranze e frustrazioni, finché passa la mano a un altro, a lui legato per vicende o per contiguità spaziale. Il passaggio da una figura all'altra, per quanto narrativamente insolito, non è mai meccanico ma portato quasi naturalmente dall'intrico delle esistenze. Tutti i personaggi viaggiano vicini, incrociandosi in quell'altrove che è il nostro mondo. Lo attraversano come se fosse una foresta, spaesati e impauriti, lungo quella rete di sentieri che hanno per guardiani mafie o, nel caso dei polacchi, la rete di accoglienza del Vaticano. Ognuno è colto in un momento di incertezza o di crisi, che per tre di essi coincide con la morte. Viene da chiedersi da dove l'autore, che è nato a Caserta e fa l'ingegnere, abbia attinto materia per dischiuderci in poche pagine, con tanta delicatezza di notazioni, e senza concedere niente ai cliché, destini tanto diversi. Evidentemente l'impossibilità dell'esperienza, che molti teorizzano come nostra condizione epocale, è una fandonia. Quello che colpisce di 'Altrove' è l'animarsi di quelle figure nell'intimo della loro realtà individuale: un "carico umano dimesso e spaesato" in cui finiamo per immedesimarci, con profondo coinvolgimento.

 

 

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